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I papi a Loreto - Pio II
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12 Novembre 2024
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Marzo 04, 2019  Territorio

A meno di un mese dalla visita di Papa Francesco a Loreto, il 25 marzo 2019, riprendiamo a parlare delle visite dei pontefici a Loreto. Dopo Papa Nicolo’ V nel 1449, trovate l’articolo in questo blog, oggi parliamo di papa Pio II. La sua visita al santuario loretano è del 1464 e il suo soggiorno è compreso tra il 14 e il 17 luglio. Il suo nome era Enea Silvio Piccolomini nato a Siena il 18 ottobre del 1405. Grande umanista iniziò la sua ascesa sotto il pontificato di Nicolo’ V umanista come lui: diventò vescovo di Siena e fu elevato al titolo di principe dell’impero da Federico III come ricompensa per la mediazione per il suo riconoscimento di sovrano da parte del Papa. Fu eletto pontefice nel 1458 e perseguì con grande energia il progetto di una crociata contro i turchi che avevano conquistato Costantinopoli, capitale del cristianesimo dell’oriente ortodosso, nel 1453. Radunò i principi d’Europa in congresso a Mantova per organizzare la crociata ma, arrivato ad Ancona dove era prevista la partenza, nessuno si presentò: molti storici concordano sul fatto che se si fosse fatta questa crociata il cristianesimo orientale avrebbe probabilmente cambiato il suo corso. Molto interessante è anche la sua opera “De Europa“ dove anticipa la coscienza moderna dell’idea di un Europa culturalmente e cristianamente omogenea. Morì ad Ancona il 15 Agosto del 1464: già in precarie condizioni di salute e profondamente deluso dalla mancata risposta al suo appello per la realizzazione della crociata. Arrivò a Loreto intorno al 12 luglio, ne troviamo testimonianza in una lettera dell’arcivescovo di Milano Stefano Nardini al duca Francesco Sforza del 14 luglio e dal vescovo di Teramo che accompagnò e assistette negli ultimi giorni di vita Pio II informando che poco prima di morire ricevette l’eucarestia "come l’aveva ricevuta poco prima nel santuario di Loreto“. E’ molto interessante per capire l’importanza del santuario in quegli anni quanto afferma il vescovo di Teramo, Giovanni Antonio Campano, testimone oculare della visita al santuario in qualità di accompagnatore del pontefice che informa riguardo all’offerta di un grande calice d’oro e di una patena di considerevole grandezza. Lo storico Raffaele Riera, un gesuita penitenziere a Loreto dal 1554 al 1582, scrive che nel calice era incisa la seguente iscrizione: “O Santa Madre di Dio è vero che il tuo potere non ha confini e riempie l’intero universo di meraviglie, ma siccome tu, secondo il tuo beneplacito, preferisci un luogo ad un altro e ogni giorno glorifichi con segni e miracoli senza numero questa dimora di Loreto a te gradita, così anch’io, misero peccatore, con la mente e con il cuore mi rivolgo a te umilmente …..”. Questa iscrizione ci dice chiaramente che già nel 1464 Loreto era importante luogo di pellegrinaggio dove i pellegrini venivano a chiedere grazie che venivano poi concesse in grande numero. Fonti tratte dal libro di P. Giuseppe Santarelli "Personaggi d' autorità a Loreto" edizioni Santa Casa

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